Manifesto Mibc 2013

Come Movimento del Bene Comune basiamo la nostra testimonianza cristiana, nel luogo di residenza, sulla Dottrina Sociale della Chiesa, che ha almeno tre principi fondamentali:

- DESTINAZIONE UNIVERSALE DEI BENI: Dio ha destinato la terra e ciò che in essa è contenuto all'uso di tutti i popoli, per cui i beni creati devono pervenire a tutti con equo criterio.

- PRINCIPIO DI SUSSIDIARIETÀ: tutte le società di ordine superiore devono porsi in atteggiamento di aiuto rispetto alle minori.

- PRINCIPIO DI SOLIDARIETÀ: è principio sociale ordinatore delle istituzioni, mediante la creazione o l'opportuna modifica di leggi, regole del mercato, ordinamenti.              

La dottrina sociale trova fondamento nella Rivelazione biblica e nella Tradizione della Chiesa. Un contributo proviene anche dalle scienze umane: nessun sapere è escluso, per la parte di verità di cui è portatore.

Il principio della PARTECIPAZIONE si esprime in una serie di attività con cui il cittadino, da singolo o in associazione, direttamente o con propri rappresentanti, contribuisce alla vita culturale, economica, sociale e politica della comunità civile cui appartiene. La partecipazione è un dovere di tutti da esercitare in modo responsabile e in vista del bene comune.

Le esigenze del BENE COMUNE sono connesse al rispetto e alla promozione integrale della persona e dei suoi diritti e doveri fondamentali. Il bene comune impegna tutti i membri della società: nessuno è esentato dal collaborare, a seconda delle proprie capacità, al suo raggiungimento e al suo sviluppo. Per assicurare il bene comune, il governo di ogni Paese ha il compito specifico di armonizzare con giustizia i diversi interessi settoriali.

La FAMIGLIA è la prima società naturale, titolare di diritti propri e originari. Ogni modello sociale che intenda servire il bene dell'uomo non può prescindere dalla centralità e dalla responsabilità sociale della famiglia. Essa non è per la società e per lo Stato, bensì la società e lo Stato sono per la famiglia. Il matrimonio è ordinato alla procreazione e all'educazione dei figli. Per attuare la procreazione responsabile, vanno anzitutto rifiutati come moralmente illeciti sia la sterilizzazione sia l'aborto. Il desiderio di maternità e paternità non giustifica alcun diritto al figlio, mentre invece sono evidenti innanzi tutto il diritto del concepito a nascere, e poi i diritti del nascituro, al quale devono essere garantite condizioni ottimali di esistenza, mediante la stabilità della famiglia.

Il LAVORO è un diritto fondamentale ed è un bene utile per l'uomo perché adatto ad esprimere e ad accrescere la dignità umana. La remunerazione è lo strumento più importante per realizzare la giustizia nei rapporti di lavoro. I rapporti all'interno del mondo del lavoro vanno improntati alla collaborazione. Il lavoro di un uomo possiede un'intrinseca dimensione sociale: si lavora con gli altri e per gli altri.

Il rapporto tra morale ed ECONOMIA è necessario e intrinseco. I componenti di un’ impresa devono essere consapevoli che la comunità nella quale operano rappresenta un bene per tutti e non una struttura che soddisfa solo gli interessi personali di qualcuno.

L’AUTORITÀ POLITICA deve essere a servizio della società civile.

Nella COMUNITÀ INTERNAZIONALE occorre armonia tra ordine giuridico e  ordine morale. Per garantire il diritto allo sviluppo bisogna che ci sia cooperazione.

SALVAGUARDARE L’AMBIENTE è necessario perché è un bene collettivo: perciò, occorre il diritto ad un ambiente sano e sicuro.

La PACE esige giustizia e carità: occorrono misure per il disarmo per la minaccia rappresentata dalle armi di distruzione di massa. Da condannare è il terrorismo.

Intenti:

1)         Voglio essere competente sulla Dottrina Sociale della Chiesa ed essere coerente con quanto essa mi indica (unità tra fede e vita, tra vangelo e cultura, richiamata dal Concilio Vaticano II).

2)         Voglio valorizzare la Rassegna Stampa per conoscere lo stato delle cose. Non si può solo protestare, ma occorre conoscere prima di proporre iniziative che potrebbero essere irrealizzabili.

3)         Voglio essere presente alle riunioni pubbliche del Comune in cui risiedo, e informato sulle attività dei Comitati civici, per costruire il bene comune anche con, eventuali, necessarie petizioni.

4)         Voglio convergere con gli altri protagonisti sociali, culturali e politici sui contenuti, con rispetto reciproco, tendendo al vero bene per tutti: una vita sostenibile.

5)         Voglio ascoltare tutti coloro che hanno a cuore il futuro del nostro territorio, attraverso forum tematici pubblici per giovani o/e adulti dove tutti possano proporre soluzioni concrete da far attuare ai nostri amministratori (locali, regionali, nazionali).

6)         Voglio essere un cristiano che valorizza i Sacramenti e la Parola di Dio. Voglio essere un cittadino che riconosce i diritti e doveri dell’uomo (creato da Dio naturalmente libero), valorizzando anche quanto di buono codificato nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e nella Costituzione Italiana (diritti civili, sociali, economici, politici).

7)         Voglio collaborare, per quanto possibile, con la Caritas e le altre associazioni (religiose e laiche) che sono al servizio delle persone.

8)         Voglio avviare progetti concreti anche di breve durata, ma utili (seminari di studi, cineforum, questionari, assemblee partecipative periodiche con brainstorming, mostre fotografiche).

La Chiesa conta su di noi:

«i fedeli laici non possono affatto abdicare alla partecipazione alla “politica”, ossia alla molteplice e varia azione economica, sociale, legislativa, amministrativa e culturale destinata a promuovere organicamente e istituzionalmente il bene comune»

(Giovanni Paolo II, Esort. Apost. Christifideles laici, n. 42).