LA DeMOcRAziA Dei VALORi - L’impegno e il dibattito promosso dal MIBC

01.11.2013 21:54

Uno degli scritti più significativi di Don Primo Mazzolari sottolinea, con estrema chiarezza e straordinaria attualità, che la politica non deve essere facoltativa per un cristiano concretamente impegnato nella comunità civile ed ecclesiale.

Questi scritti parlano a donne, uomini, giovani di oggi per sciogliere definitivamente i dubbi di una ricerca che non è solo del laico cristiano, ma anche di persone

provenienti da mondi culturali indifferenti o addirittura lontani dalla Chiesa Cattolica.

Spesso ho avvertito il bisogno di ricordare a me e agli amici di viaggio del MIBC il senso e la prospettiva della democrazia dei Valori, come cuore pulsante e sale prezioso che dà sapore al nostro agire nel civile e sociale. Sapore che ci fa avvertire il senso profondo della giustizia, della pace, della non violenza, della fraternità non solo predicata ma praticata nel silenzio fecondo di una drammatica quotidianità sempre più dilagante.

Fraternità che connota uno spazio che Achille Ardigo chiama «mondo vitale», cresciuto tumultuosamente proprio con la caduta delle ideologie: è l’immenso mondo del Volontariato

capace di costruire legami sociali autentici, nonostante le ricorrenti invasioni barbariche dei partiti. Ma che significa fare politica? Che

significa fare politica oggi a fronte della frammentazione e non credibilità dei partiti?

Non chiederò aiuto ai tanti contributi di filosofia politica che il panorama culturale ci offre, cercherò di far emergere le risposte dalla sempre più crescente ed urgente domanda etica di senso spesso ispirata ed alimentata dal Vangelo, ma proveniente anche dal buon senso di persone ancora lontane dal traguardo di una fede adulta e responsabile. Il Movimento Irpino per il Bene Comune che tante attenzioni sta suscitando, non solo all’interno delle Diocesi di Avellino, con insistenza sottolinea che questa etica deve diventare energia politica, deve responsabilmente diventare protagonista del cambiamento, progetto per rinnovare la politica.

Si tratta, in concreto, di abbandonare il pur significativo spazio del «prepolitico» - affrancandosi dai rischi di una certa autoreferenzialità

o di un’apologetica testimonianza- e cimentarsi nell’agone politico con il coraggio del servizio disinteressato per la costruzione del Bene

Comune. Questa chiusura nel «prepolitico» non è più ammissibile a fronte della domanda di una nuova politica, competente e responsabile

che promuove e non fagocita la partecipazione popolare. Quando all’interno delle nostre realtà associative si afferma che non dobbiamo dividerci,

dobbiamo parlare di valori e non di politica perché la politica divide, probabilmente non siamo nel percorso corretto, perché, frattanto,

non facilitiamo il discernimento, personale e comunitario, ma insinuiamo il dubbio che l’impegno politico sia un limite che ci rende incapaci

di rispondere ad una esigenza doverosa. La dinamica degli avvenimenti che hanno caratterizzato

gli ultimi segmenti di storia politica italiana dimostra il contrario e ci fa assistere all’avvento

di una pseudocultura politica di carattere lobbistico, con la conseguente degenerazione in clientelismo che offende il concetto stesso di

persona umana. Se questa lettura degli avvenimenti è corretta scatta immediatamente l’entusiasmo per un diretto coinvolgimento nella

competizione politica, entusiasmo che cede subito il passo alla consapevolezza che l’attraversamento della frontiera tra prepolitico e

politica presuppone un’adeguata formazione a cui –bisogna ammetterlo senza interessi di bottega- non hanno provveduto né i partiti, ne la

Chiesa degli ultimi decenni, nonostante le chiarissime indicazioni postconciliari del Vaticano II e le significative encicliche sociali degli ultimi e

grandi pontefici. Allora un interrogativo è d’obbligo: per un laico cristiano adulto è lecito lasciare nel vuoto più deleterio la radicalità profetica

della Dottrina Sociale della Chiesa e del Cattolicesimo sociale e democratico nell’attuale momento di crisi non solo economica, ma

sociale, etica, culturale e spirituale? Anche la risposta non può che emergere dal dibattito

culturale e politico promosso dal MIBC.

cfr. https://www.ilpontenews.it/img/archivio/gen_26_2013.pdf

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